Proposito per il 2016: visitare di più l'Italia.
Per i motivi di salute accennati nel
post precedente, visite mediche mi hanno spinta oltre i confini piemontesi: così ad inizio autunno ho avuto la scusa per scoprire
Verona oltre la fama dei due suicidi shackesperiani, mentre poche settimane fa sono partita alla breve
scoperta di Brescia.
Ammissione: da quest'ultima non mi aspettavo molto. Spesso sono scetticamente prevenuta (secondo proposito: meno diffidenza) e visto il motivo del viaggio immaginavo una città pronta ad accogliermi con lo stesso mio mood di partenza.
Invece mi ha sbugiardata, stracciando le mie diffidenze ad ogni angolo di città.
Ci sono diversi motivi.
Motivo numero 1:
sotto Natale è magica.
Ok, è un po' tardi per apprezzarla in un vestito di addobbi, ma come sono convinta che gli amanti del Natale siano persone migliori, credo valga lo stesso per i luoghi dove viene luminosamente celebrato - sperando che nessun bresciano possa smentirmi.
Non mi aspettavo un bell'albero come quello in Piazza del Duomo, nè tantomeno di poter passeggiare sotto le musiche natalizie che scendevano dagli altoparlanti posti nelle decorazioni delle vie centrali.
Motivo numero 2:
una città con le sembianze di un borgo.
A dir la verità è un'impressione che spesso mi danno le piccole o grandi metropoli venete/emiliane. Ora anche Brescia.
Avendo meno tempo del previsto ci siamo dedicati unicamente al centro città che si è rivelato un intreccio di bellissimi vicoli pittoreschi. Nonostante fosse metà dicembre le strade profumavano ancora d'autunno. C'erano poche persone in giro, quelle incrociate passeggiavano lentamente con i cani al guinzaglio, i lavoratori si riconoscevano dalle falcate più lunghe.
Al
Capitolium, le
rovine romane della città patrimonio UNESCO, il silenzio era squarciato da due classi in gita; essendo di fretta abbiamo tralasciato questo museo a cielo aperto preferendo
una camminata lungo la stradina arrampicata sul piccolo Colle del Cidneo per raggiungere il
Castello di Brescia.
Qui l'impressione del borgo si concretizza nella costruzione risalente al
periodo medievale, una fortezza dotata di ponte levatoio, torri e bastioni che hanno riportato a galla la mia piccola passione infantile per quell'epoca storica.
Ma il vero obiettivo, nonchè motivo numero 3, era
osservare la città dall'alto: un tappeto di tetti e comignoli rossi e macchie di verde, circoscritti da un orizzonte di colline e montagne; lascio la parola al panorama di quel giorno, appena sporcato da una pallida foschia acquerello.
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E' difficile che io riesca ad apprezzare città silenziose e riservate come Brescia, ancora di più se nel periodo di Natale. Ma
le sue strade conservano un sapore suggestivo e caratteristico, come un vecchio portagioie trovato in un negozio dell'antiquariato.
E' una città moderna segnata elegantemente dal tempo, le strette vie ciottolate come rughe, e Castelli e
Piazze la sua maturità regalata dalla storia.
Riguardo le foto e penso al mio proposito: sì, quest'anno ho bisogno di scoprire più bellezze. Soprattutto italiane. Proprio come Brescia.
Alcune note:
Fino al 15 febbraio 2016, al
museo di Santa Giulia a Brescia c'è la mostra
"Marc Chagall. Anni russi 1907-1924". L'ho scoperta purtroppo solo di ritorno all'auto; se capiti nei dintorni facci un pensierino.
Cena all' "
Osteria del Savio": si mangia bene e ha un ottimo rapporto qualità/prezzo. E' bene prenotare. Cosa che noi abbiamo dimenticato di fare, quindi ci siamo infilati nel primo locale trovato:
"Martha", un semplicissimo pub dove puoi ordinare dal panino al piatto di pasta; ebbene, ci siamo trovati benissimo: la scelta non è vastissima, ma io ho potuto optare per un ottimo hamburger vegetariano (cosa non sempre facile, sia da reperire che da
digerire) e delle patatine altrettanto buone. I prezzi sono bassi.
Colazione al
Bar Duomo, in
Piazza Duomo: purtroppo sono stata l'unica a non poter mangiare nulla visto che l'esame del primo pomeriggio prevedeva lo stomaco vuoto. Ma i miei accompagnatori non mi sono stati solidali e hanno gustato un
cappuccino squisito e delle
ottime brioches.
Pranzo al
"Mon Petit Bistrot":
sempre a causa dell'esame, anticipato all'ultimo momento, non siamo potuti fermarci per il pranzo, ma se avessi potuto mi sarei fidata del consiglio di Alice.